E’ il primo anno che la Technische Universitaet di Monaco ha istituito una figura emergente e di rilievo internazionale nel campo della filosofia, con l’obiettivo di portare avanti un progetto condiviso con altri docenti della TUM appartenenti ai campi delle scienze naturali, ingegneria, scienze della vita incluso medicina e scienze della salute, scienze economiche e sociali.
Prof. Giuntini quale sarà il programma di ricerca che svolgerà a Monaco?
Prima di tutto, vorrei sottolineare che il riconoscimento che mi è stato attribuito va soprattutto al nostro Ateneo; ringrazio in particolare il nostro Rettore, che mi ha incoraggiato in questa impresa e il gruppo di ricerca di cui faccio parte. Infatti, la ricerca che svolgerò in Germania mette al centro i temi che abbiamo sviluppato qui a Cagliari negli anni riguardo ai fondamenti della computazione e dell’informatica quantistiche. Saranno coinvolti anche i colleghi cagliaritani del gruppo di ricerca al quale appartengo, in particolare i professori Giuseppe Sergioli, Francesco Paoli, Antonio Ledda, Hector Freytes e il dottor Andres Camilo Granda Arango, insieme ai “membri esterni” del gruppo, tra i quali la professoressa Maria Luisa Dalla Chiara dell’Università di Firenze, una delle figure leader delle ricerche di quantum logic e i colleghi del CONICET e dell’Istituto di Fisica di La Plata Gustavo Martin Bosyk e Federico Hernan Holik. Questo consentirà di instaurare una collaborazione proficua e duratura con l’istituto tedesco.
Venendo al progetto di ricerca, questo sarà sviluppato in stretta collaborazione con il professor Hans-Joachim Bungartz (direttore del Dipartimento di Informatica della TUM), con il professor Klaus Mainzer (TUM) e la professoressa Stefania Centrone (TUM) e riguarderà alcune possibili applicazioni della logica quantistica al machine learning e all’Intelligenza Artificiale.
Il progetto mira a affrontare, sia a livello fondazionale ed epistemologico sia livello applicativo, una domanda estremamente impegnativa: esiste qualche aspetto quantistico intrinseco nella generale evoluzione dei processi naturali e dei comportamenti umani cognitivi e sociali al di là del naturale dominio (microfisico) di applicazione della meccanica quantistica? In questo contesto, un’attenzione particolare sarà dedicata al confronto tra il comportamento delle intelligenze artificiali e delle intelligenze umane nei procedimenti di riconoscimento di concetti e classificazione di oggetti, temi sui quali abbiamo già raggiunto incoraggianti risultati, pubblicati recentemente su riviste di spicco nel settore della logica e del soft computing (Si veda https://doi.org/10.1016/j.fss.2023.03.012 e https://doi.org/10.1016/j.asoc.2022.109956).
Potrebbe darci qualche anteprima dei risultati che vi aspettate da questa ricerca?
Chiaramente, la ricerca, pur inquadrandosi nel problema filosofico-fondazionale di cui parlavo prima, mira anche a ottenere risultati applicativi nell’ambito del problema della classificazione e dell’apprendimento automatico. In particolare, il risultato fondamentale al quale miriamo è quello di sviluppare una nuova classe di algoritmi di classificazione basati sulla meccanica quantistica che siano allo stesso tempo più accurati e potenzialmente più veloci rispetto ai “cugini classici”, vale a dire agli algoritmi attuali che si basano sui princìpi della fisica classica e delle macchine di Turing. Tutto ciò potrebbe avere una ricaduta importante su molti ambiti della ricerca applicata, dalle scienze cognitive a quelle biomediche. Per questo aspetto, sarà fondamentale l’interazione del team di ricerca con la Munich Quantum Valley (https://www.munich-quantum-valley.de/), che rappresenta uno dei centri europei più avanzati nello sviluppo di un computer quantistico. Sicuramente una ricerca impegnativa, che spero possa essere utile anche al nostro Ateneo, nel rispetto dello spirito dello IAS: “High risk, high reward”.
Il Prof. Giuntini svolgerà le sue ricerche durante l’anno 2023-2024, mantenendo anche successivamente la qualifica di Fellow.
Roberto Giuntini nasce come logico e filosofo alla scuola fiorentina di logica quantistica di Marisa Dalla Chiara e si è poi specializzato in fisica all’Università di Colonia con Peter Mittelstaedt, l’ultimo allievo di uno dei più grandi fisici del ‘900, Werner Heisenberg. Negli ultimi venti anni si è occupato dell’applicazioni della logica a una delle grandi rivoluzione della fine del ‘900: la computazione quantistica.