L’andamento dell’occupazione e l’equilibrio del sistema pensionistico, con un’attenzione particolare al contesto sardo. Su questi temi si è focalizzata la presentazione del 23° rapporto annuale INPS, ospitato nell’Aula Maria Lai.
L’appuntamento, organizzato dal Dipartimento di scienze economiche e aziendali, ha concluso la due giorni dei vertici nazionali INPS in Sardegna, dedicata all’ascolto delle esigenze del territorio regionale e alle prospettive future nazionali.
La presentazione dei dati più rilevanti del rapporto annuale ha evidenziato, riguardo il mercato nazionale del lavoro, la crescita dell’occupazione ma anche la presenza di disuguaglianze di genere ed età rispetto alla media europea. Persistono anche i divari territoriali tra le regioni italiane, le retribuzioni stagnanti e la recrudescenza dell’inflazione. Un quadro che si riflette anche in Sardegna, dove il tasso di occupazione è di 5 punti inferiore alla media nazionale. E dove si avverte con forza, come a livello nazionale, il bisogno di incrementare la forza lavoro di donne e giovani e le politiche di welfare, come ricordato anche dal presidente nazionale dell’istituto, Gabriele Fava.
Sul fronte della previdenza, è emerso l’aumento delle prestazioni assistenziali contro un calo di quelle previdenziali. Così anche nell’Isola, che presenta un importo pensionistico tra i più bassi d’Italia e una prevalenza dei trattamenti assistenziali, in particolare invalidità civile.
“Il tema è di particolare interesse per tutto l’ateneo e per tutta la società”, ha sottolineato il prorettore vicario Gianni Fenu, nel porgere i saluti da parte del Magnifico Rettore, Francesco Mola, “non presenta infatti solo aspetti economici, ma anche legati allo sviluppo e all’assistenza. La parola previdenziale è una sorta di termine ombrello, che riguarda servizi ed elementi che fanno parte del quotidiano, su cui dobbiamo porre attenzione, cultura e analisi. In tempi come questi, il rapporto ci offre un’idea chiara del trend verso il quale ci muoviamo, anche a livello regionale”.
“Sul fronte delle pensioni, il sistema sta facendo progressi nel suo complesso”, l’analisi di Rinaldo Brau, docente di economia pubblica dell’Ateneo, “per la prima volta, nel 2023, si registra un’età media pensionistica superiore alla media europea e questo potrà assicurare una sostenibilità sul lungo periodo. Le pensioni medie continuano a scendere, la Sardegna è lontana dalla media nazionale, ma l’aspetto positivo è che il divario tra uomini e donne è tra i più bassi in Italia, il 20% rispetto al 35% del nord Italia”.
Sull’invecchiamento della popolazione e sull’importanza delle competenze professionali è intervenuto Giovanni Sulis, docente di economia del lavoro di UniCa.