È stato un dialogo sull’intelligenza artificiale e i diritti, tra il Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola, e la bioeticista e filosofa della scienza Monica Toraldo di Francia, a chiudere Sui generis 2024, giornate cagliaritane delle pari opportunità. La nuova edizione, organizzata a Sa Manifattura dagli ordini professionali regionali di medici, psicologi, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Cagliari, si è focalizzata sul tema dell’intelligenza artificiale, sulle sue profonde connessioni con gli ambiti professionali, i rapporti con i clienti, la deontologia. Sullo stato dell’arte, ma anche sulle prospettive e sui rischi futuri.
La tavola rotonda ha toccato ambiti delicati nel rapporto tra l’intelligenza artificiale e i diritti.
La bioetica, anzitutto, e le profilazioni biomediche previste dall’intelligenza artificiale, che mettono al centro la legge del mercato e al margine i diritti umani. Da qui l’urgenza di normare la tecnologia, prima ancora che il suo utilizzo, affinché i diritti umani tornino al centro del processo.
Di grande attualità anche il tema della mole di set e del dark web, la parte più grande e oscura della rete cui la maggior parte di noi non accede. Il dibattito di Sui Generis ha sottolineato il rischio che un algoritmo di intelligenza artificiale generativa attinga da lì le informazioni, negando all’utente la garanzia di una fonte sicura e attendibile, e mettendo così in bilico il rapporto di fiducia istintivo tra le parti.
Nel dialogo tra il Rettore e Toraldo di Francia, anche una riflessione sulla libertà della ricerca scientifica, sul diritto all’oblio spesso negato, sui rischi dell’approccio frequentista, infine sull’importanza che l’intelligenza artificiale mantenga il ruolo di supporto alla decisione umana, senza sostituirsi a essa.
“Il mese scorso il nostro ateneo ha approvato le linee guida sull’intelligenza artificiale, redatte da un gruppo composto da economisti, medici, giuristi e filosofi per offrire un quadro generale in continua evoluzione”, ha spiegato il Magnifico Rettore, Francesco Mola, “le nostre principali preoccupazioni, nello stendere un piano non strettamente legato alla ricerca, erano evitare di cadere un nuovo divario digitale dopo quello già vissuto con internet, garantire ai nostri studenti e alle nostre studentesse parità di strumenti e utilizzare al meglio questa opportunità, che io stesso da dottorando ho approfondito all’inizio degli anni Novanta. Ora l’intelligenza artificiale generativa ha mostrato potenzialità che sono sempre di doppio uso. L’università non deve difendersi da questo strumento, oscurare le aule, ma fornire a tutti gli strumenti sia di conoscenza che fisici per compiere determinate operazioni. È un grande sforzo che va fatto, noi stiamo lavorando in questa direzione per contrastare il rischio di un divario di censo, di genere e di abilità”.
La due giorni ha visto avvicendarsi anche altri docenti dell’ateneo, che hanno portato il loro contributo nelle sessioni dedicate al legame tra competenze professionali e intelligenza artificiale, discriminazioni multiple e violenza di genere nel mondo digitale, formazione professionale e intelligenza artificiale.