La ricerca e la conoscenza come motori del cambiamento

Nei penitenziari di Uta e Massama, in avvicinamento a Sharper, tre incontri con le persone detenute

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Il gruppo UniCa impegnato nell'incontro alla casa circondariale di Uta

La ricerca, i suoi risultati e la conoscenza come strumento di cambiamento, crescita e inclusione per le persone in stato di detenzione.

Questo il filo conduttore delle due giornate che il Polo universitario penitenziario ha organizzato nelle case circondariali di Massama e Uta, in avvicinamento alla nuova edizione di Sharper, la notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori in programma il 27 settembre, e parte di una serie di analoghi incontri svolti in tutta Italia sotto il coordinamento del CNUPP (Conferenza Nazionale dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari).

In apertura, la delegata del Rettore per il Polo universitario penitenziario e coordinatrice dell’iniziativa, Cristina Cabras, ha portato i saluti del Rettore, Francesco Mola e introdotto l’intervento in remoto del Prorettore al territorio e all’innovazione, Fabrizio Pilo.

A seguire, la presentazione dei risultati di ricerche in vari ambiti del sapere. Le relazioni dei docenti e ricercatori hanno stimolato la curiosità e le domande del pubblico, formato da persone in stato di detenzione: studenti già iscritti ai corsi di laurea organizzati dal polo universitario penitenziario, ma anche detenuti interessati ad approfondire la loro cultura e agli argomenti più disparati.

Tante le tematiche trattate da docenti, ricercatori e ricercatrici nel corso delle due giornate, come riflesso della ricchezza di Sharper e in generale dell’attività di ricerca e dei suoi risvolti concreti.

Un’ampia riflessione ha infatti riguardato l’organizzazione di progetti e attività, a partire dalla ricerca, per aiutare le persone in stato di privazione di libertà a riempire in modo costruttivo il tempo della detenzione, aumentando il loro livello di conoscenza e l’autostima.

Le docenti e ricercatrici che hanno tenuto l’incontro nel penitenziario di Massama

Nella sezione femminile del penitenziario di Uta, si è spaziato dal reimpiego in chiave sostenibile degli abiti del fast fashion alla prevenzione della salute, fino all’innovazione come strumento per la digitalizzazione di documenti di archivio e per avviare un’attività lavorativa in remoto.

Cinquanta persone, delle sezioni maschili delle case circondariali di Uta e Massama, hanno approfondito invece temi di attualità legati all’ingegneria ambientale, alla microbiologia, alla storia e alle scienze politiche.

Gli incontri del PUP sono inseriti nel programma degli eventi del progetto SHARPER – European researchers’ night 2024 finanziato dalla Commissione Europea (GA 101162370) e cofinanziato dalla Fondazione di Sardegna.