La ricerca, i progressi nella cura della talassemia, l’importanza dell’istruzione e della formazione. Una università inclusiva e attenta ai bisogni dei suoi studenti e delle sue studentesse, in termini di offerta formativa, edilizia universitaria, diritto allo studio e valorizzazione delle conoscenza.
È stata una cerimonia incentrata sui valori fondanti dell’Ateneo e ricca di emozioni, quella di inaugurazione dell’anno accademico 2024/2025, che ha visto protagonista l’Aula Magna Carta della facoltà di Ingegneria e Architettura. In una sala gremita come si addice per le grandi occasioni, impreziosita dalle esecuzioni del coro CRUC e del quintetto d’archi Ocs, ha fatto ingresso il lungo corteo composto da presidenti di facoltà, componenti del Senato Accademico, Delegati del Rettore, Prorettori delegati, seguito dai relatori Anna Maria Aloi, Stefan Caldarus, Rehema Almisi, Giorgio La Nasa.
A chiudere il Magnifico Rettore, Francesco Mola e il professor Franco Locatelli a cui è stata affidata la prolusione.



In rappresentanza degli studenti, Stefan Caldarus ha sottolineato l’importanza di riflettere su temi cruciali: salute, formazione e futuro dei giovani. Dopo un’analisi sulla situazione della sanità isolana, dove stipendi bassi, carenza di personale e strutture inadeguate mettono a rischio il diritto alla salute, ha ribadito le problematiche legate al diritto allo studio: il caro affitti, la mancanza di servizi per gli studenti e il peso di percorsi formativi costosi, che rendono il cammino accademico sempre più difficile. A richiedere attenzione, anche altri aspetti legati alla vita accademica, come il benessere psicologico e la difesa dei diritti umani. In chiusura, un appello a investire con priorità in sanità e istruzione al fine di garantire alle generazioni che verranno un futuro migliore, in cui i giovani possano costruire la propria carriera senza essere costretti a lasciare il proprio Paese.
Nelle parole di Anna Aloi, responsabile dell’ufficio Ismoka, e in quest’occasione rappresentante del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario, l’importanza cruciale di inclusione e innovazione e la visione dell’Ateneo come comunità che valorizza ogni persona, promuove l’uguaglianza e sostiene il diritto allo studio con borse, esenzioni e programmi dedicati a studenti con disabilità, rifugiati e chi affronta difficoltà economiche. Nel suo intervento, anche il forte legame con il territorio ma anche uno sguardo al futuro con uno spirito internazionale, grazie ai programmi Erasmus+ e EDUC che aprono le porte a nuove esperienze nel mondo. Per concludere, le parole del Dalai Lama che tracciano la rotta che impegnerà Unica nei prossimi anni:
L’istruzione come arma di libertà è stata al centro del discorso di Rehema Amisi, non solo una studentessa, non solo una rifugiata, ma una combattente, come lei stessa si è definita con grande emozione. Studentessa del progetto UNICORE, ha lottato contro ogni ostacolo per essere qui. Fuggita dalla Repubblica Democratica del Congo, ha trovato nell’istruzione la chiave per spezzare il ciclo della povertà e della discriminazione. E, nella borsa di studio UNICORE, la certezza che ogni studente conti e che ciascuno potrà riscrivere le proprie storie e cambiare il mondo, perché educare un rifugiato significa cambiare generazioni. Una ragazza può sfuggire al matrimonio forzato, un ragazzo può guidare la sua comunità verso un futuro migliore.
“È stato un anno difficile, pieno di incertezze; ma anche un anno che ci ha visti con solidità rispondere alle difficoltà”, ha esordito il Magnifico Rettore, Francesco Mola. “Il prossimo anno raggiungeremo la quota dei 100 corsi di studio; ritornare a valori dell’offerta formativa del 2008 – in un contesto universitario generale profondamente cambiato e molto più selettivo – e vedere in consolidata crescita il numero di immatricolazioni e iscrizioni è veramente emozionante e incoraggiante.
Ci aspetta un periodo di grandi investimenti infrastrutturali, dove il nostro patrimonio immobiliare vedrà radicali cambiamenti, integrazioni, nuove edificazioni, cambi di destinazione, tutto all’insegna delle mutate esigenze della popolazione studentesca, dell’accresciuta e modificata attività di ricerca, della trasformata attività didattica. E tutto ciò in una visione di sostenibilità a 360 gradi, sostenibilità che sempre più è al centro della nostra visione.
Abbiamo aperto una stagione di ridefinizione dei rapporti con il territorio stesso: i corsi erogati a Oristano in forma di curricula diventeranno vere e proprie lauree di primo livello autonome. A Nuoro partirà il corso di laurea per assistenti sociali e verranno raddoppiati i numeri di Infermieristica. A Olbia, continua il lavoro su Ingegneria navale e la creazione della naturale magistrale. A Iglesias, sta partendo un percorso con master nazionali ed internazionali sulle terre rare, sul minerario, sulla rigenerazione dei territori e sull’economia circolare; a Carbonia la progettualità formativa, con due master sul cinema. A Barumini, sono in piena attività i nostri laboratori della Fondazione Giovanni Lilliu, legati al nostro corso di laurea Magistrale a ciclo unico in Conservazione dei beni culturali. A Quartu Sant’Elena, sta per nascere il polo di didattica e ricerca per dare sfogo alle crescenti esigenze di ingegneria Le sfide saranno tante: l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulle nostre comunità, il nostro contributo su temi come la scuola, la formazione, la sostenibilità, il lavoro, la sanità. Siamo pronti a continuare a fare la nostra parte e la stiamo facendo, anche con l’ulteriore incremento del numero programmato di medicina, il raddoppio del numero programmato ad infermieristica a Nuoro.
È stata affidata a Giorgio La Nasa, già prorettore delegato per le attività sanitarie e professore ordinario delle malattie del sangue, oncologia e reumatologia, la presentazione di Franco Locatelli, professore ordinario di pediatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, direttore del dipartimento di ematologia, oncologia e terapia genica e cellulare, IRCSS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e presidente del Consiglio Superiore di Sanità. Esperto in neoplasie ematologiche, coordina il protocollo nazionale per i bambini con leucemia mieloide acuta (LMA) di nuova diagnosi e leucemia linfoblastica acuta (LLA) recidivata. Dirige il più grande programma di trapianto di cellule staminali emopoietiche allogeniche infantili in Europa e ha dato importanti contributi nel campo del trapianto di cellule staminali ematopoietiche allogeniche. I suoi principali campi di ricerca traslazionale riguardano attualmente l’immunoterapia (attivatori bi-specifici delle cellule T e le cellule CAR – T) e svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella validazione di approcci di terapia genica e di editing genomico in pazienti affetti da talassemia trasfusione-dipendente e anemia falciforme e disturbi metabolici rari. Nel 2021, è nominato Coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico Nazionale per il controllo della Pandemia da COVID-19. Nel suo curriculum, anche più di 1400 pubblicazioni su riviste internazionali, come autore e coautore.
Una lectio magistralis emozionante e ricca di citazioni quella di Franco Locatelli che, nella sua prolusione dal titolo “La cura definitiva della talassemia: un lungo viaggio di scoperte ormai al suo approdo” ha ripercorso le tappe della ricerca per la cura della talassemia, che oggi accende finalmente una speranza per i tanti malati.
Il professore ha parlato dei tanti progressi della ricerca nel campo della malattia talassemica e di come questa impatti particolarmente in Sardegna.
Locatelli ha ricordato che l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha approvato lo studio, recentemente pubblicato sul The New England Journal of Medicine, sulle terapie geniche. Il successo del trattamento a cui sono stati sottoposti 54 pazienti talassemici, certifica in modo inequivocabile, per tutti i pazienti arruolati nello studio, l’indipendenza dalle trasfusioni. Un risultato importante che attesta e premia il lavoro di numerosi ricercatori, incluso il contributo determinante di ricercatori provenienti dalla Sardegna. In una suggestiva metafora, Locatelli ha paragonato il loro impegno a quello di un’orchestra, evocando l’armonia e la collaborazione raffigurate ne I Musici di Caravaggio. Si apre ora, una fase in cui i pazienti possono aspirare a una qualità di vita migliore rispetto al passato e nella quale si può essere liberi dalla trasfusione.
“Essere qui oggi è un privilegio unico per me perché di fatto riuscire a essere in una sede come questa per celebrare con voi un momento cosi solenne come l’apertura di un anno accademico rappresenta a buon diritto un regalo che ho dalla vita e di cui vi sono infinitamente grato. Come diceva Piero Calamandrei: “L’Università, al pari della Scuola è più importante del Parlamento, della Magistratura e della Corte Costituzionale, perché deputata alla formazione della classe dirigente di un Paese”, quell’Università, per citare Bok, che deve insegnare a diventare capaci d’imparare, perché ogni studente, poi laureato, dovrà reimparare continuamente. L’università che a Prometeo, dovrà affiancare Socrate, simbolo del pensiero plurale, professionista dell’ignoranza (so di non sapere)] e alla philotechnia la philantrophia. Tre voci andrebbero scolpite all’ingresso delle nostre Università: interrogare, intelligere, invenire.
Oggi – ha proseguito Locatelli – voglio parlare con voi del percorso, non facile ma ricco di soddisfazioni, della ricerca per la cura della talassemia. Grazie alle terapie geniche e a un modello di medicina di precisione, ovvero di una medicina personalizzata basata sull’impiego di farmaci, definibili come farmaci viventi, perché arrivano dalle cellule di un paziente, si può dire che la cura della talassemia sia arrivata a un approdo. Stiamo vivendo l’inizio di una nuova era nel trattamento della β-Talassemia utilizzando approcci di terapia genica e di gene-editing.
Abbiamo affrontato un viaggio scientifico formidabile, la grande sfida del prossimo futuro sarà garantire la sostenibilità e l’applicazione globale di questi approcci , offrendo una distribuzione equa e un accesso universale a questi trattamenti salvavita. Dei 300mila bambini che nascono con cellule falciformi il 75 percento arrivano dall’Africa. È un nostro dovere morale – ha concluso Locatelli – porsi la domanda su come rendere queste terapie disponibili su larga scala con un margine di profitto ragionevole, nel nome di una giustizia distributiva ed equità di accesso.”
Momento di grande commozione, quando Locatelli ha ricordato il lavoro degli scomparsi professori Antonio Cao e Renzo Galanello, che per anni hanno portato avanti la ricerca per la cura della talassemia.






Abbiamo intervistato il Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola, e il professor Franco Locatelli.