L’Università degli Studi di Cagliari protagonista di un progetto di ricerca sulle problematiche relative all’invasione del granchio blu.
La specie, particolarmente invasiva e scientificamente conosciuta come Callinectes sapidus, è originaria delle coste atlantiche del Nord America. Nel Mediterraneo è arrivata all’inizio del secolo scorso tramite le acque di scolo delle navi provenienti dall’Atlantico. La prima segnalazione in Sardegna del granchio blu risale al 2017, nella laguna di S’Ena Arrubia, nell’oristanese. Da allora il suo incremento è esponenziale ed è causa di grande preoccupazione per gli equilibri ambientali di molte lagune sarde, in particolare per la conservazione della biodiversità autoctona e per l’impatto economico sulla pesca lagunare.
Il progetto di ricerca, finanziato dalla Regione Sardegna attraverso la legge regionale 19/12/2023 con un contributo di 400 mila euro, è denominato “Attività di ricerca e monitoraggio finalizzate alla cattura e alla quantificazione della specie aliena invasiva granchio blu e altre specie aliene, nelle aree lagunari in concessione demaniale“. Coinvolta, insieme all’Università di Cagliari, anche l’Università di Sassari.
Coordinatori per UniCa Pierantonio Addis e Serenella Cabiddu, ecologi del dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente. Spiega Addis:
Il progetto è stato avviato nel luglio 2024 e durerà trenta mesi. Stiamo coinvolgendo le imprese e le cooperative che operano in concessione demaniale nelle lagune della Sardegna. Prevediamo numerose attività, in particolare una campagna di cattura e quantificazione del granchio blu n 13 lagune sarde, lo studio della biologia riproduttiva, l’ecologia ed il comportamento alimentare della specie e la messa a punto di strategie gestionali per la mitigazione del problema, inclusa la sperimentazione di nasse per la sua cattura.
Oltre ad Addis e Cabiddu, fanno parte del team di ricerca Antonio Pusceddu (ecologo), Paolo Solari (fisiologo animale), Alberto Angioni (chimica degli alimenti) e le ricercatrici Viviana Pasquini, Sonia Cheratzu e Valeria Andreotti.
Di seguito un video girato nel laboratorio sperimentale di acquacolture di UniCa: