I numeri dei disturbi bipolari in Sardegna, l’impatto economico e sociale, lo stato dell’arte della ricerca.
Questi i temi affrontati dallo “Standalone meeting”, convegno biennale di approfondimento del Network del Disturbo Bipolare dello European College of Neuropsychopharmacology (ECNP), in corso nella facoltà di Economia dell’Università di Cagliari, per sviluppare la consapevolezza e l’importanza della ricerca su una patologia che in Sardegna colpisce 30mila persone, con un contraccolpo diretto e indiretto stimato in 180 milioni di euro annui.
L’evento, coordinato da Mirko Manchia e Alessio Squassina del dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Cagliari e dal gruppo di lavoro della struttura complessa di Psichiatria dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, registra la partecipazione di circa 40 ricercatori da tutta Europa, oltre a specialisti, dottorandi e specializzandi sardi. Tra i nomi di maggior spicco, Eva Z. Reininghaus (Università di Graz) e Ole A. Andreassen (Università di Oslo).
“Nonostante la patologia rappresenti una problematica importante sia in termini clinici che socioeconomici”, spiega Mirko Manchia, psichiatra e direttore della Scuola di specializzazione, “la ricerca però ancora fatica nei progressi sulla conoscenza delle basi biologiche, sull’identificazione di nuovi trattamenti e strategie di prevenzione. Il Network del Disturbo Bipolare dello European College of Neuropsychopharmacology (ECNP), promuove lo studio a diversi livelli, sia preclinico che clinico e traslazionale, dal laboratorio alla clinica. Con questo convegno, puntiamo a consolidare le collaborazioni scientifiche in atto e promuovere l’interesse verso la ricerca tra i giovani studiosi”.