Il dipartimento di Scienze Chimiche e geologiche dell’Università di Cagliari, ha avviato due nuovi progetti sui giacimenti geominerari della Sardegna. Si tratta di progetti riguardanti le cosiddette materie prime critiche, vale a dire quei minerali e metalli fondamentali in numerose attività industriali legate alla transizione ecologica, ma nello stesso tempo caratterizzati da alto rischio di fornitura in Europa per problematiche geopolitiche.
Il primo dei due progetti – denominato Geosciences IR – è finalizzato alla messa a punto di un database regionale delle materie prime minerali e alla realizzazione di una carta metallotecnica della Sardegna aggiornata che evidenzierà la presenza delle materie prime critiche e strategiche. Il database includerà anche le discariche minerarie derivanti dalle attività estrattive passate, viste come possibili fonti di materie prime: il loro sfruttamento potrebbe consentire il recupero di risorse finora trascurate, valorizzando allo stesso tempo la qualità ambientale delle zone coinvolte. La carta metallogenica costituirà invece il prototipo di riferimento per una nuova carta a scala nazionale, realizzata in accordo con le indicazioni del Critical Raw Materials Act della Commissione Europea.
Il secondo progetto – denominato CARG (Cartografia Regionale Geologica) – prevede la realizzazione di un nuovo Foglio geologico in scala 1.50.000 nel distretto minerario di Montevecchio, uno dei distretti minerari storici tra i più importanti in Italia. Strettamente connesso al progetto precedente, produrrà una carta tematica sperimentale che comprenderà nuovi rilievi ed aggiornamenti delle manifestazioni di minerali di interesse economico, includendo le nuove materie prime critiche e strategiche e i principali siti di discarica delle attività passate. Anche in questo caso, la carta costituirà il prototipo per analoghi prodotti che si intendono sviluppare in altri distretti italiani.
Entrambi i progetti del dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche – di durata triennale e coordinati a livello nazionale dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) – hanno per responsabile scientifico il ricercatore e docente di Geologia economica Stefano Naitza, Oltre a Naitza, fanno parte del team il docente di Mineralogia Giovanni Battista de Giudici e diversi dottorandi e borsisti (Matteo Deidda, Ignazio Scano, Antonio Attardi, Lorenzo Sedda).
Sono attualmente una trentina le materie prime critiche individuate dal Tavolo tecnico istituito nel gennaio 2021 dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Nell’elenco figurano metalli come il gallio e il germanio, poco noti ma essenziali soprattutto nel settore produttivo legato alla tecnologia, utilizzati nello specifico nella produzione di smartphone, di schermi tv e dei pannelli solari. Il principale produttore mondiale di questi metalli è la Cina, che ha recentemente annunciato un’importante riduzione delle esportazioni verso l’Europa. Ma Gallio e Germanio (insieme a zinco, ferro e indio) risultano presenti in discrete quantità per esempio nella discarica di fanghi rossi della miniera di Monteponi. Perciò le vecchie miniere della Sardegna, che hanno spesso lasciato complicate situazioni ambientali, nello sviluppare metodi per la bonifica potrebbero tornare ad essere utili con il recupero di materiali sempre più preziosi.