DEMO DAY

La ricerca verso il trasferimento tecnologico

2 minuti di lettura
Maria Assunta Serra, Direttore generale Sardegna Ricerche e Fabrizio Pilo Prorettore delegato al territorio e all'innovazione dell'Università di Cagliari

Si è svolto ieri, giovedì 9 novembre, alla Manifattura di Cagliari l’evento Il Valore della Ricerca Biomedica – DEMO DAY – Progetti Proof of Concept“.

L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di ricercatori, investitori, rappresentanti del mondo accademico e imprenditoriale, aveva l’obiettivo di presentare i risultati del programma “Proof of Concept in biomedicina” che ha coinvolto undici progetti realizzati da ricercatori e ricercatrici dell’Università di Cagliari.

Il programma, realizzato grazie alla collaborazione degli uffici di trasferimento tecnologico delle Università degli Studi di Cagliari e Sassari, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e con il contributo della Fondazione Golinelli, ha supportato la fase di sviluppo di progetti di ricerca innovativi nel settore biomedico.

Demo Day alla Manifattura Tabacchi

Nel corso dell’evento, i ricercatori hanno presentato i propri progetti a una giuria di esperti, composta da rappresentanti di importanti investitori e fondi di venture capital specializzati nel settore delle scienze della vita.

Fabrizio Pilo, Prorettore delegato al Territorio e all’innovazione dell’Università di Cagliari, ha commentato la partecipazione al progetto da parte dell’Ateneo:

“Abbiamo aderito fin da subito al progetto, perché abbiamo riconosciuto l’importanza di questa linea di attività, ovvero individuare i progetti di ricerca con un livello di sviluppo abbastanza significativo, aiutare il ricercatore nello sviluppo di queste politiche e soprattutto accompagnarli nella fase che sarà propedeutica al vero trasferimento tecnologico. La selezione era particolarmente complicata, bisognava riuscire a individuare in anticipo la proposta progettuale che avesse questi requisiti e potesse arrivare fino al brevetto.

Uno degli elementi di novità importante del bando è l’open science, il bando che consentiva di ospitare ricercatori non strutturati all’interno dell’Università, offrendo quindi la possibilità di usare le strutture dell’ateneo per fare ricerca. Il successo di questo bando nasce dalla capacità di fare sistema, di lavorare insieme per la ricerca, con ottimi risultati.”