Le eccellenze del comparto agroalimentare sardo, le sfide presenti e future, il contributo che l’ingegneria può fornire alle imprese del territorio, per accrescere la loro competitività anche sui mercati internazionali, migliorare i processi produttivi e la sostenibilità in chiave ambientale.
Questi i temi al centro del convegno “Eccellenze e innovazioni nel cibo e nel vino – L’agroalimentare della Sardegna come asset strategico per l’Italia”, dialogo tra docenti e ricercatori dell’Ateneo, aziende del settore, istituzioni e associazioni di categoria, studenti e studentesse, che si è svolto oggi giovedì 10 aprile, nell’Aula U della facoltà di Ingegneria e architettura, con la collaborazione di Confindustria Sardegna.
Introdotta dall’assessore regionale all’agricoltura, Gian Franco Satta, dal preside della facoltà di Ingegneria e architettura, Daniele Cocco, e dal direttore di Confindustria Sardegna, Andrea Porcu, la mattina di lavori è stata occasione per approfondire le strategie di crescita del settore, attraverso la connessione tra le realtà produttive e l’ingegneria dei processi alimentari
Fondamentale, in questo processo, anche il ruolo giocato dai nuovi professionisti formati nei corsi di ingegneria chimica, in particolare con l’indirizzo innovazione e sostenibilità dei processi alimentari. Attivato due anni fa, punta a formare nuove figure da impiegare nel settore agroalimentare in tutte le sue declinazioni, per migliorare, digitalizzare e rendere più efficienti i processi produttivi.
“Sono convinto che il territorio sardo abbia delle opportunità di crescita, ma è fondamentale che imprese e università trovino un terreno comune su cui lavorare, anche in risposta alla crescente industrializzazione e complessità delle produzioni alimentari e alle mutevoli esigenze dei consumatori”, ha ribadito il coordinatore del corso in ingegneria chimica, Sergio Lai, nel presentare il corso e le competenze ingegneristiche e interdisciplinari correlate, “il nostro auspicio è che i corsi di laurea e le aziende possano camminare insieme, per una crescita anche della didattica e della qualità della ricerca”.
Sull’innovazione dei prodotti e dei processi dell’industria agroalimentare si è focalizzato Francesco Desogus, che ha illustrato i processi tecnologici in atto applicati all’industria agroalimentare, tra cui la rilavorazione di bioplastiche da scarto e il recupero dei prodotti invenduti.
Forte, in questo ambito, anche l’attenzione alla sostenibilità, tema approfondito da Pier Francesco Orrù, che ha posto l’accento sulle sfide che attendono le aziende agroalimentari nella gestione delle risorse ambientali ed energetiche, e sull’importanza del connubio tra sostenibilità e innovazione.
In chiusura uno sguardo al futuro, alle tecnologie e ai benefici dell’ industria 4.0 e 5.0, introdotte da Alessandro Fanti: l’intelligenza artificiale, la robotica collaborativa, una sempre più efficace integrazione tra uomo e macchina, tutti tasselli di un percorso che potrà rendere le imprese dell’industria alimentare sempre più efficienti, sicure, sostenibili e innovative.