L’importante appuntamento il 9 giugno all’Università di Cagliari, nell’aula magna di Scienze economiche, giuridiche e politiche. Relatore il professor Raffaele Paci, referente scientifico della 30ma edizione. Introduzione a cura della direttrice del CRENoS, Anna Maria Pinna, e saluti istituzionali del rettore di UniCa, Francesco Mola, con il presidente della Fondazione di Sardegna, Giacomo Spissu.
In estrema sintesi la presentazione 2023 offre una fotografia preoccupante. L’evidenza dei dati, offerti e trattati con rigore scientifico, senza alcuna notazione politica, indica che per la Sardegna non ci sono le solite luci e ombre e il bicchiere non è più mezzo pieno e mezzo vuoto. Il Rapporto mostra senza ipocrisie come il bicchiere sia ormai quasi vuoto e che a prevalere sono le ombre. Ma anche la via per uscire da questa situazione: “È necessario definire con urgenza un progetto condiviso di rinnovamento, basato su alcuni pilastri fondamentali: innovazione tecnologica, istruzione, ambiente, equità, qualità istituzionale, identità ed autonomia”.
Disponibile il trailer del podcast “Il collasso del Sistema Sardegna”
Come spiegato dalla direttrice del Crenos, la professoressa Anna Maria Pinna, il Rapporto sull’Economia della Sardegna prosegue nel suo intento di analizzare le principali caratteristiche dell’economia isolana, per definire le politiche di intervento più adeguate ad orientare la regione verso un percorso di sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
Dopo il crollo del 2020 dovuto alla pandemia ed il rimbalzo positivo del biennio successivo, si prevede che l’Italia e la Sardegna, legata a filo doppio all’economia nazionale, ritornino a tassi di crescita molto ridotti, continuando a perdere posizioni in Europa. Notizie drammatiche per l’Isola arrivano dalle dinamiche demografiche: si nasce meno, si muore di più. I giovani emigrano e i nuovi arrivi sono insufficienti. La popolazione quindi invecchia e si riduce, di conseguenza si restringe la base occupativa e la capacità di generare ricchezza. Il sistema sanitario regionale peggiora la qualità delle prestazioni e non riesce a dare risposte adeguate ai bisogni della popolazione. I servizi per l’infanzia e per gli anziani sono insufficienti. La capacità competitiva della regione è molto bassa ed in peggioramento – in pratica si salva solo il turismo – così come risulta insufficiente la qualità delle istituzioni percepita dai cittadini.
Gli interventi
Pinna: “Mettiamo in rete le competenze della ricerca”
“Questo è un compleanno importante – così ha esordito nella sua introduzione la professoressa Anna Maria Pinna, direttrice del Crenos – essendo il trentesimo anno in cui il nostro centro offre uno studio e fornisce un’immagine chiara dell’economia della Sardegna. Era il 1992 quando Antonio Sassu fondò il Centro di ricerche economiche Nord-Sud, anche per superare qualsiasi elemento di competizione territoriale. Oggi, dopo 30 edizioni, pur con un team che è arrivato a ben 90 ricercatori, gli obiettivi del rapporto sono rimasti gli stessi: mettere in rete le competenze di ricerca di tutta la Sardegna e fornire informazioni utili e precise ai decisori politici”.
Il rettore. “L’unico vero investimento per la crescita è la cultura”
Nel suo intervento di saluto anche il rettore ha ricordato che “Oggi festeggiamo i 30 anni del Rapporto. Questo mi ricorda che, per chi fa il rettore, è importante guardare avanti, ben oltre il periodo del proprio mandato”. Francesco Mola si è poi addentrato dei temi trattati nell’annuale aggiornamento sulla situazione economica e sociale della Sardegna: “Il rapporto Crenos è diventato un punto di riferimento per chi deve prendere decisioni politiche e mi piace sottolineare che il rapporto non è fermo neanche nelle metodologie. Se i nostri strumenti e algoritmi sono migliorati negli anni, è aumentata al contempo anche la complessità dei fattori in gioco, sia nel loro numero che nella loro relazione. È bello vedere a questo punto come con gli anni il rapporto si sia evoluto, restituendo proprio questa complessità. Non voglio dare anticipazioni, ma una cosa la voglio dire: da questo rapporto emerge un elemento fondamentale, ovvero che l’unico investimento vero per la crescita è la cultura, unico fattore che davvero può migliorare nel tempo le sorti della nostra Isola”.
Spissu: “Serve manodopera, accogliamo giovani”
A soffermarsi sulla particolare utilità del Rapporto Crenos, quale analisi e strumento per tutta la società sarda e non solo per la dirigenza politica, è stato il presidente della Fondazione di Sardegna, Giacomo Spissu: “I dati devono aiutare a prendere le decisioni conseguenti e servire ad alimentare il libero dibattito democratico, come base comune di discussione e confronto su una situazione abbastanza grave. I dati non sono buoni ma riflettono lo scenario post pandemico e la guerra, con lo spostamento degli equilibri e le ricadute sull’approvvigionamento energetico. Da non sottovalutare l’andamento demografico e i suoi effetti devastanti negli anni a venire, per cui diminuiranno drasticamente le entrate per la Sardegna”. Il presidente Spissu ha poi rimarcato l’impegno della Fondazione: “Sosteniamo il rapporto Crenos e ora anche il Rapporto Isprom e diverse iniziative dell’Università di Cagliari e di quella di Sassari, anche a favore di giovani stranieri. Da formare perché manca la manodopera e dobbiamo accogliere dei giovani”.
La relazione. “Prevalgono le ombre ma le potenzialità ci sono”
“C’è una grande ricchezza d’informazioni nel rapporto Crenos di quest’anno, sia per i numerosi temi trattati sia per il rigore scientifico con cui queste informazioni sono state estratte”: così Raffaele Paci, docente del dipartimento di Scienze economiche ed aziendali e referente scientifico Crenos, parla dei dati emersi dalle analisi effettuate dal centro di ricerche economiche che mette insieme gli esperti delle università di Cagliari e Sassari. “L’economia sarda pesa solo per il 2% nel Pil nazionale – ha continuato Paci – ed è fortemente legata ai fondi pubblici. In un contesto in cui la stessa Italia è, in Europa, la nazione a crescere meno in Europa (la metà, ad esempio, della tanto vituperata Grecia) la Sardegna arranca. Una crisi importante è anche quella demografica, con un saldo negativo sia rispetto ai nuovi nati, sia rispetto al rapporto fra immigrazione ed emigrazione: e questo richiama ovviamente, da un lato, a politiche per la famiglia che vadano oltre il sussidio e, dall’altro, a un problema legato forse alla sanità”. Tra i punti di negatività descritti dal professore anche l’assistenza sanitaria e il numero di laureati: “Proprio sul lato della sanità, poi, il peso sui cittadini è alto, tant’è che la Sardegna è la regione in cui si rinuncia di più ai trattamenti medici, per ragioni di natura economica e difficoltà nell’ottenere le prestazioni in tempi accettabili. Ma il problema più grave sembra essere in effetti quello della formazione dove, a fronte di una media europea del 41% di laureati, la Sardegna raggiunge un misero 22%”.
“Dopo il crollo del 2020 dovuto alla pandemia ed il rimbalzo positivo del biennio successivo, le previsioni per la Sardegna risultano necessariamente legate a quelle riferite all’economia nazionale, con prossimi tassi di crescita molto ridotti”.
Uno sguardo al mondo delle imprese per un punto di vista diverso, ancorato nella realtà quotidiana
Come da programma, nell’ultima parte della mattina è stata dedicata alle testimonianze imprenditoriali, con la partecipazione di Gabriella Belloni (Antica Dimora del Gruccione), Aldo Imerito (Gruppo Ecotec), Viviana Sirigu (Kentos) e Francesco Sanna (Fradi Impresa Sociale).
“La scelta di realizzare un albergo diffuso in un territorio periferico come quello di Santu Lussurgiu è stata una sfida”, ha raccontato Gabriella Belloni. “Abbiamo cercato di sviluppare un processo che fosse corale, mettendo insieme tutto il territorio”.
Aldo Imerito si è invece concentrato sul tema dei rifiuti, in particolare di quelli industriali: “La Sardegna ha enormi risorse, un patrimonio in termini anche di metalli. Ma un’altra risorsa fondamentale sono le persone: c’è bisogno di formazione di alto livello, le imprese sarde hanno bisogno di figure altamente specializzate”.
Viviana Sirigu ha posto invece l’accento sul comparto agroalimentare e sulle produzioni green. “Abbiamo dato un’impronta etica al nostro progetto, recuperando la produzione di grani locali ma anche cercando di garantire una vita serena ai nostri dipendenti, che non lavorano il sabato e la domenica”.
“C’è molta richiesta di soddisfare i bisogni delle famiglie” ha poi detto Francesco Sanna. “Per noi il welfare significa offrire una risorsa in più ai lavoratori in difficoltà, aiutando le imprese a creare un rapporto più forte coi propri collaboratori.”
“Ringrazio Gabriella, Aldo, Viviana e Francesco per i loro interventi” – ha concluso la direttrice del Crenos Anna Maria Pinna – che ci hanno permesso di chiudere il cerchio di questa giornata parlando di cosa significa fare impresa e creare opportunità in un contesto che, ancorché difficile, non manca di opportunità.”
Informazioni
- CRENoS – Centro Ricerche Economiche Nord-Sud
Centre for North South Economic Research
Università di Cagliari e Università di Sassari
Via San Giorgio, 12/9, quarto piano – 09124 Cagliari – Italy
tel. 070 6756397 / web: http://www.crenos.it
22/05/2023 (IC) 09/06/2023
Vedi anche il servizio e le immagini sui profili Social di UniCa, da cui sono tratti in maggior parte i virgolettati dei vari interventi. Vedi post1, post2, post3